La Val Venosta in tutta la sua bellezza

L’hotel Engel in Val Venosta ti presenta la sua valle…

La Val Venosta

La Val Venosta è il luogo dove sorge il nostro Hotel a Sluderno ed è una delle valli più ampie e soleggiate dell’Alto Adige.

La valle si trova al confine con la Svizzera e l’Austria e a breve distanza dalla cittadina di Merano, un luogo ideale dove più culture si incontrano.

Costituisce il lembo più occidentale della provincia di Bolzano e include l’Ortles, che con i suoi 3906 metri è la vetta più elevata del Trentino Alto Adige.

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L’intero territorio è protetto dagli imponenti massicci montuosi del gruppo dell’Ortles-Cevedale (a sud) e delle Ötztaler Alpen (a nord). Le due catene formano una barriera in grado di trattenere le perturbazioni provenienti dai due lati, trattenendo sulle vette dei due comprensori le nubi cariche d’acqua. Se in passato la siccità ha spesso costituito un problema di difficile soluzione, è altrettanto vero che il clima benevolo e soleggiato della vallata attira ogni anno numerosi turisti innamorati della natura e delle caratteristiche uniche di questa terra meravigliosa. Dei 300 waalwege realizzati in passato, che servivano a convogliare l’acqua che scendeva dai monti e ad irrigare i campi, oggi ne restano soltanto una dozzina, lungo i quali è possibile fare piacevoli passeggiate a piedi o in bicicletta. La funzione di questi antichi canali d’irrigazione oggi ha assunto uno scopo unicamente turistico, poiché sostituiti da sistemi d’irrigazione più moderni.

La Val Venosta è una terra che nel corso della storia ha assistito ad una continuità abitativa senza eguali: la presenza dell’uomo in forma stabile è attestata fin dalle epoche più remote, come testimoniato anche dal ritrovamento sulle Alpi Venoste della Mummia del Similaun Ötzi. Scoperta da una coppia di escursionisti tedeschi nel settembre del 1991, la mummia sembra risalire ad oltre 5200 anni fa, mentre alcuni manufatti riportati alla luce nei dintorni, appartengono addirittura al periodo mesolitico (9000 – 8000 a.C.). Lo stato di conservazione della mummia Ötzi costituisce un unicum, essendo giunta fino ai nostri tempi completamente intatta, grazie all’azione conservativa del ghiaccio. La mummia del Similaun, infatti, fu coperta dall’avanzare del ghiacciaio omonimo, che l’ha restituita dopo millenni, esattamente come accaduto per i mammut ritrovati in Siberia. Dopo essere stata contesa per anni fra Italia e Austria, è stata esposta presso il Museo Archeologico di Bolzano, situato al civico 43 di Via Museo. La mummia Otzi non è l’unica attrazione archeologica del territorio-

La Val Venosta raggiunge il massimo del suo splendore in tantissime località che obbligano ad una sosta: Glorenza, Castelbello, Lasa, Laces, Martello, Malles, Resia, Ortles, Silandro, Sluderno, Prato allo Stelvio, Solda, Tubre e Trafoi sono i maggiori centri abitati della Val Venosta, ognuno forte delle proprie caratteristiche e di un fascino speciale, proveniente da un mix di eleganza, accoglienza e bellezze architettoniche. Ecco alcune delle tappe da non mancare durante un soggiorno in loco: il Castel Coira di Sluderno, conservato alla perfezione e risalente al 1260; l’Abbazia Benedettina di Monte Maria a Malles, realizzata nel corso del XII secolo; la Chiesa di San Benedetto di Malles, edificata nell’800 d.C.; la dimora signorile di Castel Coldrano a Laces. Senza dimenticare quello che in tanti definiscono l’”oro bianco della Val Venosta”, ovvero il marmo di Lasa, conosciuto in tutto il mondo e impiegato per la realizzazione di musei, chiese ed edifici di ogni tipo. E cosa dire delle celeberrime mele della Val Venosta? Declinate in sei varianti diverse, sono protette da un marchio che da decenni è garanzia di gusto e qualità. Insomma, questa terra è pronta ad accogliere qualsiasi visitatore con una lista di proposte davvero infinita, fiera dei suoi imperdibili tesori e di una natura incantata, capace di rapire ogni amante della montagna in qualsiasi stagione dell’anno. Facile da raggiungere e in grado di offrire una grande varietà di attività ed attrattive differenti, la Val Venosta è uno dei luoghi più indicati dell’arco alpino per chi ama lo sci, il trekking, la mountain bike e le passeggiate all’aria aperta. E chi desidera osservare la vallata nella sua completezza può optare per un breve viaggio a bordo dell’ormai celebre treno della Val Venosta, il cosiddetto “Vinschgerbahn”, che viaggia su un moderno sistema ferroviario inaugurato nel 2005 e propone ai suoi ospiti vedute e panorami eccezionali. Il treno storico attraversa l’intera regione venostana in maniera lenta e silenziosa, in totale accordo coi ritmi naturali. E ora diamo un’occhiata ad alcuni dei luoghi più incantevoli di questa regione storica.

 

Il lago di Resia

Nel territorio comunale di Curon Venosta, a 1498 metri sul livello del mare, sorge il lago artificiale di Resia, che con i suoi sei chilometri di lunghezza è uno dei più ampi della regione. Oltre alla bellezza dei panorami e della natura che ammanta le sue sponde, il lago offre uno spettacolo nello spettacolo, con l’antico campanile che si solleva dalle sue acque. La torre campanaria è diventata il simbolo della valle ed è una meta popolare sia tra i turisti che i residenti. E chi osserva il campanile per la prima volta, con lo spettacolo mozzafiato dell’Ortles sullo sfondo, non immagina quanto dolorosa possa essere stata la sua storia.

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La chiesa di Curon Vecchia, realizzata nel XIV secolo, fu completamente sommersa dall’invaso artificiale costruito dal governo fascista negli anni Venti. Dopo la guerra, il colosso industriale Montecatini, decise di dare piena attuazione all’antico progetto realizzato dal governo fascista e, quindi, di elevare ulteriormente il livello delle acque fino a 22 metri di profondità. Questa decisione costrinse parte della popolazione locale ad abbandonare le proprie case “in nome dell’interesse per il rafforzamento dell’industria nazionale”. La maggior parte degli abitanti vennero allontanati con la forza e durante l’estate del 1950 il governo distrusse oltre 160 abitazioni private, mentre l’intero centro di Curon e parte del borgo di Resia furono sommersi. Nonostante il dolore dei residenti, invitati ad trasferirsi in alloggi di fortuna, lo Stato procedette con i lavori, dando vita a quello che oggi è uno dei bacini lacustri più suggestivi al mondo, da osservare in religioso silenzio da una delle sue sponde.

La ciclabile dell’Adige

Chi ama lo sport all’aria aperta, tra paesaggi di assoluta bellezza, non può mancare l’appuntamento con questa ciclabile, in assoluto una delle più belle dell’intero arco alpino. Da Resia a Merano, il tracciato si snoda lungo la Via Claudia Augusta: si tratta di una pista facile, destinata agli amatori e alle famiglie, lunga poco più di 80 chilometri. Attraversa borghi storici, castelli, siti archeologici e rovine e ripercorre l’antica strada voluta dall’imperatore Augusto e percorsa da migliaia di persone in oltre 2000 anni di storia. La Via Claudia Augusta nacque come un ampliamento degli antichi itinerari alpini, che procedevano dalla Pianura Padana fino a raggiungere la Gallia, la Germania e le sponde del Danubio. Oggi questa strada sta vivendo un nuovo periodo d’oro.

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La ciclabile dell’Adige passa per il lago di Resia e porta fino a Burgusio, dov’è l’Abbazia benedettina di Monte Maria, la più alta d’Europa, abitata dai monaci da più di otto secoli. Da qui è possibile godere di una vista mozzafiato sull’antico borgo di Malles, reso ancor più suggestivo dalle sue chiese romaniche, oltre che sulla vicina collina di Tarces e sulla cittadina medievale di Glorenza. Procedendo oltre, la ciclabile tocca il paese di Lasa, capitale del marmo venostano, Castelbello e la chiesetta di San Procolo di Naturno, conducendo fino alla cittadina termale di Merano.

Castel Coira

Questo splendido sito storico sorge al di sopra dell’abitato di Sluderno, nel cuore della Val Venosta. Si tratta di uno dei castelli più affascinanti delle Alpi italiane e figura di diritto fra quelli meglio conservati dell’Alto Adige. Fu realizzato nel 1260, su iniziativa del principe-vescovo di Coira, Heinrch von Montfort. Dagli inizi del Cinquecento appartiene ai conti Trapp, i quali trasformarono il forte in una bellissima residenza rinascimentale, dotata di un loggiato, di una cappella in stile romanico e di tante sale arredate in maniera sfarzosa. Da non perdere l’armeria, che ospita una delle collezioni più vaste di questo genere, costituita da decine di armi dell’epoca e da numerose armature, quasi tutte realizzate su misura dagli artigiani più famosi del tempo. Nella sala degli antenati, invece, sono raccolti i ritratti di tutti i componenti della famiglia Trapp, dal XVI al XIX secolo.

Glorenza

Sovrastata dalla collina di Tarces, nel cuore dell’alta Val Venosta, sorge la cittadina di Glorenza, un’autentica bomboniera il cui centro storico si distingue per la straordinaria ricchezza architettonica. La cittadella medievale, infatti, è giunta fino a noi in perfetto stato, sfidando il tempo e le calamità naturali. Glorenza fu fondata in epoca romana, perché già allora costituiva uno snodo importantissimo sulla rotta commerciale che interessava la Via Claudia Augusta e le cosiddette vie del sale, le quali percorrevano la regione alpina e raggiungevano anche l’Alto Adige.

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Nel 1499, al termine della guerra dell’Engadina, Glorenza versava in uno stato di distruzione quasi totale e, proprio per evitare altre situazioni spiacevoli, gli abitanti del luogo decisero di costruire possenti mura perimetrali. I lavori di sistemazione furono inaugurati all’alba del XVI secolo e perdurarono per molti anni. L’altezza della cinta muraria, le dieci torri di guardia e le possenti porte di accesso, protessero la città dalle incursioni nemiche e ancora oggi fanno bella mostra di sé, attirando migliaia di turisti ogni anno. Ma le mura e le torri non sono gli unici elementi interessanti di Glorenza, che può vantare anche splendidi palazzi signorili, portici medievali, chiese e, per finire, il castello. Da qualche anno, all’interno della Torre di Tubre è stata allestita una mostra permanente in onore di uno dei nativi più famosi della città, l’illustratore Paul Flora, scomparso nel 2009.

Parco Nazionale dello Stelvio

Il Parco Nazionale dello Stelvio figura tra le aree naturalistiche protette più estese del continente europeo, oltre che tra i più antichi parchi italiani (fu istituito nel 1935). Oltre il 40% della sua superficie complessiva, incluso il gruppo dell’Ortles-Cevedale, si trova in Alto Adige. Di questa ampia porzione, buona parte appartiene al territorio della Val Venosta. Il parco dello Stelvio è un autentico paradiso, frequentato da centinaia di alpinisti, sciatori, escursionisti e famiglie in cerca di pace, tranquillità e avventura.

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La chiesa di Curon Vecchia, realizzata nel XIV secolo, fu completamente sommersa dall’invaso artificiale costruito dal governo fascista negli anni Venti. Dopo la guerra, il colosso industriale Montecatini, decise di dare piena attuazione all’antico progetto realizzato dal governo fascista e, quindi, di elevare ulteriormente il livello delle acque fino a 22 metri di profondità. Questa decisione costrinse parte della popolazione locale ad abbandonare le proprie case “in nome dell’interesse per il rafforzamento dell’industria nazionale”. La maggior parte degli abitanti vennero allontanati con la forza e durante l’estate del 1950 il governo distrusse oltre 160 abitazioni private, mentre l’intero centro di Curon e parte del borgo di Resia furono sommersi. Nonostante il dolore dei residenti, invitati ad trasferirsi in alloggi di fortuna, lo Stato procedette con i lavori, dando vita a quello che oggi è uno dei bacini lacustri più suggestivi al mondo, da osservare in religioso silenzio da una delle sue sponde.

I sentieri delle rogge

I sentieri delle rogge sono percorsi che si snodano lungo i cosiddetti waalwege della Val Venosta, ovvero i canali per l’irrigazione usati per secoli dai contadini del posto. La Val Venosta per lunghi periodi è stata interessata da una forti piogge e da lunghi periodi di siccità e gli agricoltori decisero di scavare questi canali d’irrigazione sui pendii delle montagne, con l’obiettivo di convogliare l’acqua prodotta dallo scioglimento delle nevi. I waalwege solcano entrambi i versanti della vallata, scendono sia dal Monte Sole che dal Monte Tramontana e da qualche anno sono stati trasformati in sentieri percorribili a piedi. Questi itinerari sono accessibili in qualsiasi periodo dell’anno ed offrono fantastiche vedute panoramiche sulle imponenti catene montuose e sulla valle sottostante. I sentieri delle rogge sono percorsi perfetti per le famiglie, per coloro che desiderano cimentarsi con escursioni non eccessivamente impegnative e soprattutto per chi vuol godere della straordinaria flora che caratterizza la Val Venosta.